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Contro l'islamofobia : intervista a Jehad Abu Hashis

Nei nostri approfondimenti sul libro "ضد الاسلاموفوبيا"  oltre a uno degli autori, abbiamo voluto contattare anche il direttore della casa editrice giordana Fadaat, a sua volta scrittore, Jehad Abu Hashish al quale abbiamo rivolto qualche domanda.

L’intervista è stata raccolta prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus, quando la casa editrice giordana aveva già partecipato ad alcune fiere dell’editoria nei paesi arabi.

 

 Vi ricordiamo che il libro è stato scritto da Pietro Basso e Fabio Perocco, tradotto in arabo da Zineb Saeed e Rabi Ouenniche, pubblicato da Fadaat for publishing

 

Quando nasce  Fadaat for publishing?

 La casa editrice Al Fadaat è stata fondata nel 2007 e la mia preoccupazione principale è stata quella di contribuire alla creazione di un progetto culturale integrato volto a diffondere la creatività araba e ad aumentare il livello delle produzioni culturali, intellettuali e scientifiche, fornendo così un valore aggiunto alla figura dello scrittore arabo pur mantenendo una visione equilibrata tra la natura commerciale dell’attività editoriale e la sua missione culturale. Ritengo importante sostenere il legame e l'interazione tra l'autore e il lettore che si rafforza attraverso il testo che si propone, carico del suo valore: questo è stato il principale obiettivo della casa editrice. Ciò richiede di stabilire il linguaggio del dialogo e della razionalità a partire dalla nostra vita culturale per estenderla sul piano della quotidianità. Promuovere i concetti di obiettività, dialogo, libertà di opinione, pensiero, creatività e confronto è possibile solo attraverso una relazione reciproca tra la casa editrice, lo scrittore e il lettore. Una relazione in cui lo scrittore si preoccupa della casa editrice, della sua crescita e del suo progresso, così come la casa editrice si preoccupa della crescita e della diffusione della produzione e creatività dell'autore. Questo diventa possibile se l'editore vive la sua realtà di padre spirituale per ogni libro che nasce tra le sue mani e che continua ad accompagnare per raggiungere un pubblico più vasto possibile. In tal modo si cerca di realizzare una relazione ideale tra le tre componenti: lo scrittore, l'editore, il lettore.

 

Cosa vi ha spinto a pubblicare il libro di Pietro Basso e Fabio Perocco?

La pubblicazione e la diffusione di molti studi confusi e inesatti, che promuovono concetti e pratiche che istigano all'odio e alla violenza contro l'Islam e i musulmani in Europa durante gli ultimi venti anni, ha reso necessaria un'azione per smantellare questo fenomeno e sviluppare approcci di analisi mirate e scientifiche. Il razzismo è legato principalmente al concetto che gli europei hanno della loro identità, del loro “colore identitario” che deve prevalere sugli altri colori. Gli approcci ad un’analisi mirata si riscontrano nella traduzione del libro "Contro l'islamofobia", si tratta di uno studio responsabile e profondo che disintegra queste visioni razziste attive nei paesi imperialisti in cui vengono promosse attraverso l'influenza dei media e dei movimenti di destra per sfociare in un comportamento aggressivo contro gli immigrati dal sud del mondo in generale e contro i musulmani in particolare. La scelta di pubblicare questo libro è coerente con la visione di Fadaat che si occupa dell'uomo in primo luogo e della sua libertà e della necessità di resistere ai tentativi di censura e restrizione.  In questo contesto, la nostra casa editrice ha già pubblicato la versione inglese e la traduzione araba del libro  "In Defense of the Quran" [In difesa del Corano] del prof. Kamal Abu Deeb, docente di lingua araba all'Università di Oxford. Il libro di Abu Deeb nasce dalla necessità di destrutturare le accuse e le dichiarazioni senza alcuna base scientifica lanciate nel programma televisivo "Islam: The Untold Story" che è stato presentato da Channel 4 UK Documentary nel 2012. Ben cinque editori europei si sono rifiutati di pubblicare il saggio di Deeb a causa della sua denuncia di dichiarazioni e accuse infondate, non supportate da prove o metodi scientifici. Questo programma fu visto dal prof. Abu Deeb con uno sguardo molto critico e fortemente intuitivo come uno dei segnali di squilibrio intellettuale e scientifico che ha colpito molti circoli intellettuali e accademici. Il programma televisivo presentato da Tom Holland adotta le controverse teorie della storica Patricia Crone sulla nascita dell'Islam.

La pubblicazione da parte nostra di “Contro l’islamofobia” si inserisce quindi in questo contesto di denuncia e di analisi.

 

I vostri lettori in Giordania sono attenti alle  proposte di autori stranieri su tematiche come l'immigrazione?

Il nostro target è in espansione e include tutti i lettori del mondo arabo. La maggior parte dei lettori arabi è molto interessata ai libri di autori stranieri, soprattutto se si fida della serietà dello scrittore e della serietà e interesse della casa editrice che lo pubblica. 

 

In quali fiere dell'editoria del mondo arabo è stato presentato il libro?

La nostra casa editrice ha sede in Giordania e partecipa a tutte le fiere internazionali arabe. Il libro è stato presentato alla Fiera internazionale del libro in Marocco  e ha anche partecipato alla Fiera internazionale del libro di Muscat. Parteciperà inoltre alle esposizioni di Tunisi e di Riyadh e a tutte le mostre internazionali arabe.

 

La Giordania è un paese di emigranti e immigrati. Se pensiamo ad immigrati palestinesi, pakistani, iracheni e siriani che hanno trovato rifugio in Giordania c'è il rischio che anche in Giordania si sviluppi un atteggiamento contro gli stranieri?

 

Il popolo giordano è, per sua natura, un popolo tollerante  e la Giordana vanta una lunga storia di accoglienza e inclusione dei profughi. 

 

Intervista di Pina Fioretti

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