Questa è una bella storia.
C’è un concorso di traduzione, intitolato “In altre parole”, giunto ormai alla sua decima edizione, promosso dal Centro Traduttori della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.
L’edizione del 2020 si è conclusa una settimana fa.
E noi ve ne vogliamo parlare perché quest’anno lo abbiamo seguito in modo davvero particolare.
Una ragione è evidente. Il COVID-19, che ce ne ha fatto sperimentare la sua versione virtuale.
Ma l’altra, forse meno evidente, è quella che per noi arabisti rappresenta quel quid in più, e cioè che la lingua protagonista di quest’anno è stata l’arabo, in omaggio al Paese Ospite d'Onore della fiera, Sharjah. Oltretutto con un testo da tradurre il cui autore sta molto a cuore agli appassionati di letteratura araba per ragazzi.
A valutare le traduzioni, due giuriste d’eccezione: le prof. Elisabetta Bartuli e Cristina Dozio, che da anni lavorano nel campo della traduzione dall’arabo, come potete vedere qui.
Tutto ciò è qualcosa che non succede molto spesso. E noi non lo diamo per scontato. Come potremmo? È un’occasione preziosa da divulgare.
Ecco qui delle informazioni per saperne di più
Brano da tradurre dall’arabo
Il brano scelto è un racconto che fa sorridere ma anche stupire e intenerire.
È un racconto in prima persona. Un cagnolino di nome Saidun gironzola per casa, la mattina del primo giorno di scuola dei suoi piccoli padroncini, Warda e Rami. È euforico e festoso ma allo stesso tempo nostalgico perché pensa alla sua “dolce metà”, la cagnolina Mimì, che non vede da ben 126 giorni a causa della guerra civile libanese. Sebbene sembri un capitolo scritto in chiave favolistica, è sicuramente una prospettiva insolita, che non ci aspettiamo. Parla di sentimenti ma anche di paura per la guerra, e poi di Fairuz, di passeggiate e… pali della luce... che nell’ottica dell’amico a quattro zampe assumono un’importanza davvero fuori dal comune.
Libro da cui è tratto
Il racconto fa parte del libro “Falafel al-nazihin” (I felafel degli sfollati), un libro per ragazze e ragazzi del 2010, ambientato in Libano.
È un romanzo corale che narra le vicende della famiglia Safi, composta dal padre, 'Adnan, dalla madre, Jocelyn, dai due figli, Warda e Rami, dalla nonna Umm Muris, e dal cagnolino Saidun. I vari personaggi fanno sentire capitolo dopo capitolo la loro voce interiore - tra cui anche un peluche! - attraverso la quale conosciamo la realtà di una Beirut colpita dalla guerra.
Trovando tanti diversi “io” che raccontano la stessa cosa nello stesso momento, si riesce a rendere la molteplicità dei punti di vista. Ciò aiuta il lettore a immedesimarsi, a entrare nella testa dei personaggi, soffrire con loro, conoscerne la sensibilità, le motivazioni più intime, i pensieri.
Nel libro vengono affrontati i temi dell’amore o meglio i primi innamoramenti, il divorzio, l’allontanamento dalle tradizioni familiari, il rapporto con gli animali e la natura, e, soprattutto, quelli legati alle conseguenze della guerra.
Trama del libro
Nell’estate del 2006 la famiglia Safi, anziché andare in vacanza, decide di trascorrere l’estate nel campo profughi della propria città, Beirut, dove si sono rifugiati gli sfollati della guerra civile.
I membri della famiglia si danno da fare ognuno come può: c’è chi cucina, chi fa il bucato, chi legge racconti, chi distribuisce alimenti. Le loro vicende quotidiane si confrontano e si intrecciano con le storie dei profughi, con prospettive e punti di vista diversi. In particolare la storia di Hawra, una bambina che non ha più notizie della madre dopo i bombardamenti e insieme al padre aspettano con ansia di incontrarla. E proprio il padre di Hawra, che, nel ricordare il primo incontro con sua moglie, ripensa nostalgico al galeotto felafel mangiato insieme a lei a Beirut, dà il nome al titolo del libro.
Queste esperienze estive come faranno sembrare la piccola Warda Safi, che si appresta ad affrontare il primo giorno di prima media, agli occhi della nuova maestra? Come apparirà la sua storia rispetto a quella dei suoi compagni di classe, i quali, tra chi è andato a Disneyland e chi a Parigi, sono andati in vacanza a divertirsi? Perché i suoi genitori le hanno fatto trascorrere l’estate così?
Autore
Classe 1961. Libanese. Simbolo della letteratura araba per ragazzi, redattore capo della rinomata rivista letteraria libanese "Al-Adab", nonchè critico letterario, linguista e autore di numerosi saggi.
La casa editrice che lo pubblica è la Dar Al-Adab.
I suoi racconti per bambini della collana “Storie di un bambino di Beirut” hanno riscosso un grande successo di pubblico tanto da risultare tra i più venduti alla Fiera del libro di Beirut sia nel 2003 che nel 2004.
Nei romanzi "Al-Malja'" (Il rifugio) 2005, e "al-Nassab" (Il truffatore) 2006, racconta la storia di un adolescente, Mazen, che scopre l'amore, l'amicizia e le responsabilità in una Beirut in cui imperversa la guerra civile.
Ha incontrato il pubblico italiano al Festival della Letteratura di Mantova nel 2007, dove Enrica Battista ha avuto l’immenso onore di coordinarne gli incontri e le interviste.
Sì, proprio lui: il grande Samah Idriss.
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