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Mohamed Wahba Elshennawy: ritratto di un artista itinerante

Inerpicarsi sulle alture, camminare per le strade la mattina presto, osservare e disegnare: sono solo alcune delle attività che danno vita al disegno dell’artista egiziano Mohamed Wahba Elshennawy, uno degli artisti più interessanti del panorama fumettistico egiziano. Con un occhio attento al dettaglio, frutto di studi di disegno meccanico e poi disegno artistico, Mohammad ha fatto dei suoi disegni su taccuino un potente strumento grafico per mostrarci l’architettura e l’umanità nel contesto urbano.

Lontano per propria scelta dai collettivi e dalle fanzine che hanno proliferato negli anni passati in Egitto, se non per una apparizione fatta nel numero zero della rivista Garage, questo artista sfaccettato ha inglobato nel suo disegno nuove tecniche e nuovi temi che lo rendono interessante da analizzare per la sua evoluzione stilistico-narrativa e per il suo sguardo inedito ed originale.

Mohamed Wahba Elshennawy ha studiato con l’artista coreano Kim Giung Gi e con il poliedrico egiziano Hani al-Masri. Nel corso del tempo, l’artista ha incorporato e sperimentato una tipica tecnica stilistica chiamata “nanocamera”, utilizzata in molte delle sue pubblicazioni. I suoi non sono fumetti con una narrazione, quanto più lavori grafici che nel corso del tempo hanno unito architettura, storia e solo più recentemente testo scritto.

Il suo percorso è stato scandito da diversi workshop fumettistici e da importanti esperienze internazionali come ad esempio, nel 2019, la partecipazione alla residenza artistica a Gurnah Luxor, promossa da Marsam e dall'artista francese Golo, seguita poi da una mostra a Angoulême in Francia. Il movimento, l’esplorazione, il camminare sono allora elementi costituenti della sua ricerca artistica che si fissa in immagini, quasi fotografiche, sui sui taccuini.

 

Nel 2015, vi avevamo presentato al-Qahira, un viaggio su carta in  70 tavole in bianco e nero che conducono il lettore in posti conosciuti e non del Cairo. Il minareto di Bab Zuweyla, l’affollata metropolitana del Cairo, il Museo Egizio, le strade di West Balad: la penna di Wahba fissa ogni dettaglio circostante e l’autore ne è protagonista, trovandosi nel disegno stesso. La prospettiva è spesso dall'alto o dal basso e la percezione è tale che il lettore/spettatore si ritrova all'interno delle illustrazioni stesse. L’attenzione per il dettaglio e la capacità di cogliere le caratteristiche architettoniche della città che non dorme mai non privano il lettore di uno sguardo sull'umanità che popola il Cairo. La piccolezza dell’uomo in una città tanto grande e l’affollarsi in strada della gente fanno quasi da contrappeso alla solitudine, all'isolamento che caratterizza il disegnatore e la sua prospettiva sulla città della quale fa parte ma al tempo stesso si distacca. 

In maniera similare e con la stessa tecnica della nanocamera, “Istanbul” offre la stessa prospettiva sull'omonima città, ma contiene al suo interno anche lo sguardo di un viaggitore che esplora una nuova realtà. Anche qui le prospettive dall'alto, ricche di dettagli sono capaci di catapultare il lettore in diversi luoghi della città turca suscitando meraviglia e a volte anche vertigini.

Nel 2016 Mohamed pubblica Siwa che racconta un’altra parte dell’Egitto, quella dell’omonima oasi egiziana. La pubblicazione è un vero e proprio taccuino di viaggio in cui l’autore annota visualmente e a parole la propria esperienza. Con un tratto di penna più spesso rispetto a quello visto in al-Qahira e Instanbul e colori che ricordano quelli del deserto, in questa pubblicazione gli schizzi si intrecciano con parti scritte dove l’autore annota i suoi pensieri e le aspettative del viaggio. Non mancano anche qui rappresentazioni dell’umanità che popola Siwa, protagonista tanto quanto l’oasi all'interno dell’opera.

Infine, “Yawmiyyat rasam mutagawwal” è stato pubblicato nel 2018 e racconta quello che è il processo creativo dell’artista, il vagabondare, l’osservare per poi ridonare sulla carta la sua prospettiva e visione del mondo che lo circonda. La pubblicazione, che è a tutti gli effetti un diario dell’artista con numerosi autoritratti è accompagnata dal testo dello scrittore Mohammad Gamal.

Negli ultimi anni Mohamed ha accostato all'uso dei taccuini quello che della tavoletta grafica che però sembra non ancora avere la meglio sulla penna biro. Le sue vignette sono diventate un po’ più personali ed indubbio il grande ruolo che internet per questo artista così come per molti altri: Facebook, Instagram diventano i luoghi virtuali dove poter condividere i propri lavori, al punto che Dina Oleimy Halawa, in un suo saggio per la AUC, ha definito questo artista un nomade digitale analizzandone i lavori alla luce della sua interazione sui social media. E’ infatti su Facebook che Wahba Elshennawy pubblica con grande successo i suoi schizzi mostrando un’infinità di materiali sui quali riesce a disegnare con l’inchiostro.

A livello di temi, Wahba Elshennawy sembra ora esplorare nuovi temi legati alla storia, ma anche all'umorismo, un elemento caratterizzante nei fumetti egiziani. Non meno spesso l’artista affronta temi sociali legati alla condizione del Cairo, senza però renderli parte di una narrazione, quanto piuttosto per fissare un suo pensiero, una sua opinione o idea. Le sue vignette non hanno tuttavia mai abbandonato il carattere descrittivo dell’architettura e si apprestano a diventare nel futuro prossimo un’ulteriore pubblicazione che raccolga altri interessanti schizzi presi dai taccuini di questo artista che ha sicuramente ancora tanto da dire.

 

Testo di Marialaura Romani 

@foto dell'account FB dell'autore 

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