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Urban fantasy egiziano: intervista a Deena Mohamed

 

 

Nel precedente articolo del blog di Arabook, vi abbiamo presentato i due volumi di "Shubeik Lubeik" dell'artista egiziana Deena Mohamed.

Deena Mohamed si è distinta nel panorama del fumetto arabo-egiziano dando vita alla famosissima eroina Al-Qahira, ma anche partecipando all'interessante progetto di decolonizzazione dell'archeologia chiamato Excavating Egypt

 

Marialaura Romani ha intervisto per Arabook la scrittrice e illustratrice che gentilmente ha risposto alle domande via mail.

 

 

 

Puoi raccontarci quando e come hai iniziato questo progetto? Hai cambiato approccio nel narrare la storia tra un volume e l’altro?

 

Ho iniziato a sviluppare l’idea di Shubeik Lubeik all’inizio del 2015 dopo alcune ricerche che avevo fatto per la mia tesi - volevo creare una graphic novel che potesse essere pubblicata in Egitto. L’idea è nata dal fatto che ho una piccola “ossessione” per i

kiosk (piccoli negozi che vendono sigarette, snacks e bibite). I kiosk sono dappertutto al Cairo e da sempre sono coloratissimi, quasi sempre sono ricoperti dai loghi delle marche di cui vendono i prodotti. Volevo raccontare una storia che riguardasse un kiosk che vendesse oggetti magici. Ho deciso che questi oggetti magici dovessero essere desideri, poiché ho sempre avuto un interesse per questo argomento.

Amo il genere “Fantasy” e per questo motivo ho deciso di creare un’opera che fosse del tipo “Urban fantasy”.

Allo stesso tempo credo anche che ci sia bisogno di una narrazione specifica per attirare i lettori egiziani: ho cercato allora di combinare il tutto. La verità è che ho pianificato i tre volumi fin dall’inizio - sono pensati per completarsi e integrarsi, oltre a dare un’idea d’insieme di questo Egitto “alternativo”. Di conseguenza a livello di storia non molto cambia tra i diversi volumi. Ciò che probabilmente muta è che la mia arte e il mio modo di raccontare: cambiano e crescono con me e (speriamo) migliorino nel tempo. Ma di fatto il progetto è sempre stato lì nella sua interezza fin dall’inizio.  

 

Nel primo volume incontriamo Aziza e nel secondo volume la studentessa Nour, ognuno di loro ha una specifica storia personale, condizione sociale e psicologica: come hai sviluppato i due personaggi? C’è qualcosa di specifico nel loro essere di cui sei particolarmente orgogliosa?

 

Quando ho cominciato a pensare al tema dei “desideri”, mi sono detta che potevano essere divisi in due categorie: ci sono persone che desiderano perché hanno perso qualcosa e ci sono persone che desiderano di ottenere ciò che non hanno mai avuto. La storia di Aziza esplora allora il tema della perdita e la storia di Nour si lega alla tematica del desiderio di ottenere.

Entrambi i personaggi ruotano attorno ad alcuni temi centrali: per Aziza abbiamo il rimpianto ed è lei ad introdurci ed a farci esplorare questo “Egitto alternativo”. Uno degli aspetti importanti in questo senso è che Aziza non ha “controparti” - i fatti accadono a lei e vediamo la vicenda da una certa distanza: solo alla fine sarà rivelato che le sue intenzioni sono mosse dal rimpianto. Seppure all’inizio la storia sembra essere una grande vicenda che coinvolge governi ed industrie, alla fine ci si accorge che la storia di Aziza è autonoma.

La storia di Nour è costruita in contrasto con quella di Aziza e il tema è la felicità. Nella storia di Aziza non vediamo mai quel che passa per la sua testa, ma con Nour, al contrario, vediamo che la maggior parte della vicenda si svolge proprio nella sua mente. Siamo dunque protagonisti dei suoi pensieri e quasi nessuno di loro diventa poi realtà. Nonostante questo, scopriamo attraverso Nour molto del mondo in cui lei e Aziza vivono.

Inoltre: Aziza non sa quasi nulla dei desideri, non sa leggere né scrivere. Al contrario, Nour studia i desideri e può cercare in internet qualsiasi cosa, anche in lingua inglese. Seppure le preoccupazioni di questi due personaggi siano molto diversi, le storie accadono nello stesso “universo” ed entrambe sono, in modo diverso, soggette alla società in cui vivono.

 

Per quanto riguarda ciò che apprezzo nei personaggi: quel che mi lega ad Aziza, penso sia la sua paura del rimpianto. Mi sento molto legata a questo tema. C'è una parte della storia in cui Aziza dice di non voler esprimere desideri poiché teme di pentirsene: questo spiega molto del personaggio e del suo modo di attaccarsi alle cose che ama e che vorrebbe non cambiassero mai.

Di Nour mi piace il suo amore per i gatti che è insito nella storia senza mai diventarne il tema principale. Sappiamo molto di Nour, ma allo stesso tempo c’è molto altro da conoscere e mi piace che questo amore per gli animali si veda di tanto in tanto nella storia! Per la verità io preferisco i cani, ma trovare delle differenze con Nour mi fa sempre piacere, perché a volte temo di aver disegnato un personaggio troppo simile a me.

 

Shubeik Lubeik sarà presto pubblicato in inglese. Come sta andando la preparazione e quali sfide hai incontrato nella traduzione?

 

Tutto ciò che riguarda la traduzione è una sfida. Mi sto occupando io stessa di tradurre il testo perciò sono estremamente preoccupata a tal riguardo: mi sembra che sia quasi impossibile tradurre in inglese tutte le sfumature dello slang egiziano che caratterizza la storia originale. La buona notizia è che la versione inglese costituirà’ la mia seconda revisione dei volumi e mi darà l’opportunità di migliorare alcuni elementi, così che le storie possano essere più precise ed incisive.

 

Inoltre, nella versione inglese i lettori avranno un bel lettering al posto della mia disordinata scrittura araba a mano. Sarà più facile da leggere. Non vedo l'ora di vedere come Pantheon si occuperà della stampa e della rilegatura: i loro libri sono sempre molto belli esteticamente.

 

Intervista raccolta e tradotta dall'arabo da Marialaura Romani

Ringraziamo Deena Mohamed per la collaborazione. 

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