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Metro ...torna a circolare

Nel 2022 la casa editrice egiziana Dar al-Mahrousa ha dato alle stampe la nuova versione in lingua araba di Metro, un fumetto dalla storia assai rocambolesca, nata dalla penna di Magdy al-Shafee.

Questa graphic novel, pubblicata per la prima volta nel 2008 da Malameh Publisher, affrontava temi ampiamente osteggiati dal regime Mubarak. La pubblicazione fu dichiarato illegale dalla corte egiziana per “offesa alla pubblica morale”, utilizzando come capo d’accusa la presenza, nel fumetto di una scena di nudo.

L’autore fu arrestato insieme all’editore e tutte le copie confiscate. 

La graphic novel di El-Shafee racconta la storia di Shebab, un giovane informatico in un Egitto fatto di corruzione e ipocrisia. Un mondo al quale Shebab decide di reagire per salvare la sua compagnia dalla bancarotta con l’aiuto dell’ amico Mustafa. Quel che ne emerge è un mondo di corruzione, dove al tema del cibo e dell’acqua non sicuri, si aggiungono la violenza del governo e l'impossibilità di esprimere una propria opinione. Elementi chiari e diretti che hanno reso l’autore da “accusatore letterario” ad accusato.

Tuttavia, dal 2008 ad oggi, la pubblicazione ha continuato a vivere, dapprima nel mercato nero, poi attraverso le traduzioni che ne sono state fatte (1), fino ad una prima ristampa in arabo nel 2012, progetto ambizioso della casa editrice libanese The Comic Shop.

A tanto clamore ed attrito in Egitto, corrispose una notorietà non indifferente all’estero. Pubblicata in diverse lingue, quest’opera egiziana “braccata e soffocata dalla politica”, trovò nuove vesti in lingua italiana, inglese e francese. Quando gli chiesero cosa provasse nel veder pubblicata la sua graphic novel in altre lingue, ma non in arabo, El-Shafee rispose: “è una cosa piacevole poter avere come commensali un gruppo di amici stretti e familiari … ma quando il cibo è tolto dalla bocca dei tuoi parenti, mentre gli altri ospiti stanno mangiando, si ha comunque un enorme senso di impotenza”.

Nella nuova veste di Dar al Mahrousa, il fumetto conserva l’uso del dialetto egiziano, il forte realismo sociale e il tratto caotico, cupo ed iper-cinetico. La storia rimane la stessa dell’originale, con la differenza che questa volta non ci sono personaggi svestiti.

Nel 2008, i temi di corruzione e mal gestione di governo non erano nuovi all’editoria egiziana (basti pensare ad Al-Aswani o Ahmed Mourad), ma quel che ci colpiva maggiormente in Metro, era l’assenza di speranza: nella graphic novel, alla domanda se pubblicare o no quanto saputo e visto, il protagonista Shebab risponde “le persone sono anestetizzate. Nulla le tocca. Niente ha effetto su di loro e l’unica cosa che riescono a dire è –ecco come vanno le cose nel nostro paese- ".

 

Molto è cambiato in Egitto da allora e molte cose sono rimaste uguali: la vicenda di Shebab sembra essersi cristallizzata all'epoca di Mubarak e sembra aver perso il suo significato atemporale. Rinchiusa forse dalla gabbia della sua storia editoriale, Metro sembra oggi una descrizione del passato seppure molto avrebbe da dire all’Egitto e agli egiziani del presente. 

Eppure la bellezza della letteratura sta forse proprio in questo: mutare nel tempo e fare da specchio ai cambiamenti della società, adattandosi - a volte con forzature - alle circostanze.

Questo è l'Egitto attuale e domani chissà. 

 

(1) In lingua italiana lo troviamo pubblicato da Il Sirente, nel 2010, nella traduzione di Ernesto Pagano.

 

Testo di Maria Laura Romani 

 

La nuova pubblicazione di Dar al-Mahrousa la trovate qui 

 

 

 

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