· 

Due lingue e una sedia

 

 

“Due lingue e una sedia: l’uso dei testi bilingui nella scuola” è il titolo dell’incontro promosso da Arab-Itals, in collaborazione con Arabook per approfondire il tema del bilinguismo e pluringuismo a scuola.

L’incontro, svoltosi presso l’Istituto Canossiano di Venezia, il 4 luglio 2019, è stato molto interessante e partecipato. Ma da dove nasce questo titolo?

L’evento ha preso ispirazione dall’album di poesie in arabo e francese, scritto da Raphaele Frier, illustrato da Clothilde Staes, per Le port a Jauni Ed., “Al Karasi”, (le sedie in arabo) : due lingue attorno all’idea della sedia, due lingue a confronto che si intrecciano perdendosi l’una nell’altra. E sulla sedia si sono accomodate di volta in volta le partecipanti all’incontro di aggiornamento per raccontarsi nella propria lingua del cuore e della memoria, così come suggeriscono le pagine in arabo e in italiano di “Al karasi” attraverso le quali a parlare sono le sedie di una sala di attesa o quelle della scuola o ancora le sedie volanti.

La sedia è diventata uno strumento per la programmazione e la pianificazione di possibili attività didattiche e interculturali come hanno indicato le docenti che hanno preso parte alla giornata di formazione.

La prima è stata P. che ha colto nel nome arabo “Al karasi” il richiamo al famoso versetto coranico “Ayat al kursi” [versetto del trono] contenuta nella Sura Al Baqara. Da qui l’associazione all’ importanza della sedia-trono nella simbologia religiosa sia islamica che cristiana suggerendo così possibili tracce per attività didattiche in ambito interreligioso e interculturale.

E’ stata poi la volta di B. che ha scelto la sedia del ricordo, quella sedia su cui si accomodava a fine giornata la sua nonna meridionale emigrata in un paesino del nord; una nonna che lei vedeva sempre triste e taciturna. Soltanto quando si è recata la prima volta in vacanza nel suo paese di origine, B. ha scoperto attraverso i racconti dei parenti che invece la nonna era una donna forte e vitale. Le emozioni e le scoperte durante quel primo viaggio verso sud, immaginando i sentimenti che accompagnarono il viaggio della nonna verso nord, hanno sicuramente influenzato alcune delle scelte e degli interessi di B., che oggi è una docente di formazione arabista, molto attenta alle dinamiche migratorie.

Dello stesso carattere autobiografico è stata la sedia di G. che ha raccontato della sedia per il parto su cui si è seduta una sua alunna, iscritta ai suoi corsi di italiano, tra sogni, speranze e paure.

Quella di F. è stata invece la sedia della riflessione ironica e realistica su alcuni  luoghi comuni che si sentono ripetere sulla presenza degli immigrati. Così, in dialetto veneziano, F. ha iniziato a imitare gli avventori di bar e osterie e a ironizzare sui diversi pregiudizi contro gli stranieri. Ha scelto però di concludere dando voce, sempre in dialetto, ad un personaggio che per fortuna esiste per davvero e cioè a quell’italiano che riconosce la risorsa rappresentata dagli immigrati.

 

Questi gli spunti emersi nella seconda parte dell’incontro,  dopo l’introduzione teorica di Francesca Della Puppa di Arab-Itals  cui è seguita la presentazione di Enrica Battista  (Arabook) sui  testi bilingui arabo-italiano e arabo-francese che offrono una risposta alle istanze del fenomeno linguistico e culturale.

Da queste relazioni è emerso che il bilinguismo e il plurilinguismo in ambito scolastico sono conseguenze dirette dei cambiamenti socio-economici  in atto da tempo e che la scuola è chiamata ad affrontare.

E’ stata ribadita l’importanza della questione linguistica al centro del processo di costruzione di un’identità completa dell’individuo immigrato e/o di seconda generazione ma anche la necessità di un confronto linguistico basato sulla pari dignità.

 

La valorizzazione della pluralità delle lingue a scuola deve andare oltre l’approccio dell’accoglienza che era stato fissato negli anni ’90 per concretizzarsi nella conoscenza e pratica di altri registri linguistici in una  prospettiva plurilingue, interculturale e inclusiva. Solo attraverso questi criteri sarà possibile costruire un’Europa capace di valorizzare entità culturali e linguistiche differenti e garantire lo sviluppo della cittadinanza globale come sollecitato dal goal 4.7 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 

 

testo di PinaF

Scrivi commento

Commenti: 0