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Salam: silent novel

E’ stata pubblicata lo scorso Novembre dalla produzione del collettivo Samandal, la graphic novel “Salam” dall’artista libanese Lena Merhej. L’opera ruota attorno a temi ricorrenti nella produzione dell’autrice, ma che vengono qui rivisitati in maniera inedita.

La graphic novel si apre con una poesia in arabo standard e in francese, l’unica espressione scritta che lascia poi il posto ai disegni in bianco e nero per tutto il resto dell’opera, tanto da poter parlare di silent novel. Nel testo, l’autrice racconta la sua esperienza di fuga dalla guerra, di paese in paese, fino all’arrivo a Marsiglia, citta’ di mare, un rifugio dal passato, dove poter tentare di trovare un equilibrio. Ma l’opera non si limita all’espereinza personal. Salam rappresenta, infatti, anche la descrizione di una collettivita’: la condizione precaria di molti che, come Lena Mehej, sono nel corso del tempo fuggiti dalla guerra, lasciando la propria casa in vario modo e verso svariate destinazioni. 

Il mare e la citta’, la guerra e la pace, il singolo e la collettivita’ diventano elementi antitetici e centrali descritti dalla graphic novel:  Salam e’ una riflessione sulla guerra in un tempo indefinito. Passato e presente, richiami all’attualita’ e storia antica si rincorrono nelle pagine.

Le linee curve e sottili, tipiche dello stile di Lena Merhej, in maniera a volte surreale ed onirica sono in quest’opera un potente mezzo descrittivo dell’animo umano. La narrazione sembra infatti un flusso di coscienza dove le griglie di lettura si mescolano senza un preciso ordine. Da sinistra a destra, da destra a sinistra, numerose pagine potrebbero essere lette in molteplici direzioni e l’occhio del lettore percepisce lo spaesamento, il disordine, nella stessa maniera in cui si muovono i pensieri umani.

Non a caso, dice l’artista in un intervista al sito libanese Daily StarHo cominciato questo progetto con l’intenzione di descrivere la vita degli arabi nella citta’ di Marsiglia, un luogo dove ho vissuto per un po’. Scoprendo la citta’, ho conosciuto diversi rifugiati che li’ ora vi abitano. Ma all’epoca, quando si trattava di mettere in parole l’esperienza da loro vissuta, non potevo trovarne il modo. Alla fine, ho cucito insieme le storie di diverse persone che nel tempo sono state costrette a lasciare la loro casa”. Una narrazione che include dunque il singolo e le storie collettive, cosi’ come gia’ sperimentato dall’autrice nell’opera Kaman Sine (2009).

L’acqua ha in tutta l’opera un significato essenziale: opposta nel suo moto ondoso alle citta’, immobili e dominate dalla prevalenza di linee dritte e nette, l’acqua diventa nelle prime pagine, l’elemento da cui la storia sembra scaturire. Piu’ avanti nella storia, l’acqua è pioggia che spazza il ritmo narrativo e suggerisce làidea di una catarsi. Il flusso di pensieri, cosi’ come il moto ondoso del mare, si aggroviglia, prende forma e racconta di storia e presente, di fuga e attracco, di devastazione e pace, del Medio Oriente e del quieto porto di Marsiglia.

Come dice la descrizione che accompagna l’uscita dell’opera “Salam e’ il pianto dei poeti che hanno celebrato le rovine del loro passato e del loro esilio. E’ una disperata ricerca di pace nel tumulto delle onde che bagnano il mondo e che lo affogano”. Una pace simbolicamente rappresentata, ci pare, dalla copertina: una donna, l’artista stessa (forse), la pace, raccolta su se stessa, quasi nella forma di una goccia capovolta. 

La pubblicazione, rappresenta un’inedita finistra sull’artista che abbiamo potuto apprezzare e conoscere per “Je pense qu’à la prochaine guerre on sera mieux préparés” (2006) , “Murabba wa laban” (2011) e diversi contributi nel collettivo Samandal. Inedita poiche’, e in questo sta il punto di forza di questa pubblicazione, la narrazione sembra qui assumere i contorni di una psicanalisi su carta, un viaggio atemporale e catartico generato dalla fuga. Una narrazione ben lontana dal pessimismo: come suggerito nella poesia iniziale, l’animo trova il suo precario equilibrio in un porto sicuro, quello di Marsiglia: “Immagino gli altri, li’ in basso, che guardano anche loro il mare, i bambini del mio Mediterraneo. E’ qui che imparo a guardare la morte, faccia a faccia”.

Salam ha riportato il premio di miglior graphic novel a Marzo 2020 dalla giuria del prestigioso premio Mohamad Khalil Award. La presentazione della graphic novel era prevista nell’ottobre 2019 da collettivo Samandal, ma e’ stata poi rimandata per via delle proteste libanesi dello scorso autunno.

 

Titolo: Salam (Pace)                         

Autori: Lena Merhej

Casa editrice: Samandal Comics

Anno: 2019

ISBN : 9789953050294

 

Articolo di Marialaura Romani

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