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Beyrut lan tabki: Yawmiyyat harb tammuz 2006

Beyrut lan tabki: Yawmiyyat harb tammuz  2006

Beirut non piangerà: diario della Guerra del Luglio 2006

Casa editrice: Snoubar Beyrouth

Anno: 2016

Lingue: Arabo

 

Giugno - Luglio 2006: una nuova guerra e bombardamenti sconvolgono il Libano. Mazen Kerbaj, artista libanese dalle molteplici attitudini, comincia a scrivere un diario “illustrato”, una serie di pagine, quasi schizzi, che pubblica periodicamente sul suo blog. Un anno più tardi, quelle pagine diventeranno “Beyrouth, juillet-aout 2006”, pubblicata dalla casa editrice francese l’Association.

A distanza di ben dieci anni, la neonata casa editrice Snoubar, pubblica la traduzione in arabo del diario “illustrato”di Mazen Kerbaj: un’opera che ripercorre i drammatici mesi della guerra attraverso la mente dell’artista, sospesa tra più identità, tra più lingue, tra il desiderio di fuggire e quello di restare. 

 Ad introdurre la pubblicazione, la presentazione di Hatem Imam, uno dei fondatori di Samandal, rivista che condivide con Mazen Kerbaj alcuni temi ricorrenti e soprattutto il trilinguismo usato nelle illustrazioni.  In “Beirut non piangerà”, le illustrazioni sono organizzate in maniera temporale e sono tradotte in dialetto arabo libanese a piè di pagina (qualora il testo sia in francese o in inglese). Ad intervallarle ci sono brevi testi ripresi dal blog dell’autore Kerblog, declinati in pensieri, breve cronache della guerra e poesie.

Carattere distintivo di Mazen Kerbaj è l’ironia liberatoria e sovversiva: un’ironia per resistere, ridere per affrontare la paura. Nelle sue illustrazioni la parola  accompagna ineluttabilmente il disegno: le frasi, le espressioni scritte prendono vita, invadono la pagina, la sopraffanno così come i sentimenti di paura nei mesi dei bombardamenti. Beirut appare una città viva, dove realtà e pensieri negativi si alternano alla speranza della fine della guerra. Alla fine del libro si ha l’impressione che Beirut non sia divenuta più di una città: è la mente stessa dell’autore, un vortice di sentimenti, di storie, di ricordi e di lingue. 

Per il tutto il tempo della lettura, che diventa anche lettura “visiva”, proprio perché di un fumetto si tratta, il tempo appare quasi sospeso. E’ il tempo del soliloquio, messo in forma di diario: Mazen Kerbaj parla a se stesso, ma in fin dei conti parla ad ogni lettore. Appare più che mai vero quello che l’autore disse in un’intervista del 2002 a Zeina Bassil, per l’Orient le jour littéraire: " Il soggetto è accessorio, il tempo che passa, quello della vita, è il tema che mi interessa di più, in qualche modo è il mio soggetto  prediletto. Tanto più che nel fumetto, il tempo passa differentemente da altri generi."

Un tempo sospeso, si direbbe quello di “Beirut non piangerà”: per ricordare la guerra (oggi più che mai) attraverso le illustrazioni di un poliedrico artista libanese. 

 

testo di Maria Laura Romani

 

Vedi scheda del libro

 

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